Lava
presentano
STUPID ERA
EP...
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l’ep
https://open.spotify.com/intl-it/album/6kc6N0S4VF9jA1pxMTzzbR?si=1v80megqQTOmLLakcIrSlQ
DESCRIZIONE
EP:
Rock ad
alti ottani, ballate catartiche, tempi dispari, melodie speziate, e addirittura
una tromba dall’Australia (nella traccia “Bambina”).
Il secondo
EP dei LAVA, completamente autoprodotto, propone quattro canzoni che escono dal
sentiero tracciato del pop-rock italiano, e si avventurano in mezza costa, per
avere una vista migliore dall’alto: è una colata di musica calda e
viscerale, che combina la carica distruttiva dei cataclismi naturali al
disorientamento dei tempi moderni.
BIOGRAFIA:
I LAVA sono
un gruppo indie rock della provincia di Lecco.
Daniele,
Marcello, Stefano e Valerio suonano un rock sporco e melodico, per raccontare
il logorio della vita moderna. L’obiettivo del gruppo è fare la musica che
vorrebbero sentire in radio, ma che purtroppo le radio non passano. Il
risultato è un riassemblaggio degli stili pop e rock, decostruiti e
metabolizzati per poi essere ricomposti dai nostri quattro, che come novelli
Dottor Frankenstein, esultano deliranti davanti alla propria creatura che
prende vita.
L’intervista
Come definiresti con quattro
aggettivi la tua/vostra musica?
Sanguigna, viscerale, anarchica,
catapulta (non è un aggettivo ma ci piace).
come è stato il percorso di
produzione del disco?
Abbiamo pescato quattro canzoni tra
la ventina che suoniamo dal vivo e le abbiamo rifinite e lucidate assieme a due
amici fonici (Giacomo Baragetti e Simone Bellavia) che ci hanno aiutato nella
registrazione e nel missaggio: abbiamo registrato in presa diretta in uno
studio vicino a casa (l’ottimo Turangalila Recording Studio di Simone Coen, a
Cernusco Lombardone), mentre le voci e le sovraincisioni le abbiamo fatte
direttamente a casa: siamo abbastanza pratici di produzioni audio.
Perché un brano intitolato “la
revolucion”? vi piacerebbe una rivoluzione? Armata o pacifica che ognuno prende
e si fa i cazzi suoi … tanti piccoli mondi autarchici…
L’idea romantica di rivoluzione di
sicuro ci affascina, e senza girarci troppo attorno: il turbocapitalismo
globalizzato sta mettendo a rischio l’umanità, e non saranno piccole riforme a
fermarlo. Armata o pacifica che sia, la rivoluzione è una possibilità che ci
spaventa meno della sua possibile alternativa.
Quanto pensi sia difficile uscire
dal magma di produzioni e dischi che vomita fuori tutti i giorni spotify? Il
rischio secondo me è che alla gente non arrivino progetti che si distaccano dai
luoghi comuni (come la vostra musica)
perché i più vengono direzionati dagli algoritmi e dalle campagne sui
social o robe simili…
Una volta usciti dal magma si
diventa LAVA, se non sbaglio, quindi eccoci.
Scherzi a parte, di sicuro non è
facile emergere (e qui ringrazio voi e tutte le realtà come voi, che dal basso
spingono la musica indipendente).
In fin dei conti però, se arriveremo
alla gente bene, se non gli arriveremo, con tutto il rispetto, cazzi loro: se
uno segue solo la musica degli algoritmi e non cerca al di fuori del seminato,
allora non ci interessa molto averlo come ascoltatore. Riprendetevi la libertà
di scelta, abbandonate gli algoritmi.
Se ti chiedessi quanta gente
"mi porti" ad un tuo concerto, come reagiresti?
Riesco a riprodurre abbastanza
accuratamente il verso del gabbiano imperiale: gli risponderei così.
E comunque l’ultima volta che ho
sentito dire questa frase era da un gestore di locale che come primo lavoro
faceva il becchino… quindi lasciamo stare.